Categoria: Storia della cioccolata
Come preparavano il cioccolato sul finire del ‘700?
Come un cuoco del ‘700 consiglia di preparare la cioccolata
Da dove viene il cioccolato?
Quali sono le origini geografiche delle materie prime del cioccolato?
Maria Antonietta e la sua strana, strana ricetta!
Per un progetto che abbiamo in cantiere una mia amica e io (in effetti, lei è la mente, io l’umile braccio) sono venuta in contatto con la descrizione di una ricetta per una bevanda di cui al celebre regina, Maria Antonietta appunto, era molto golosa. Da questo, è nata la seguente nota, che spero vi diverta e intrattenga, buona lettura!
continua a leggereUna “adulterazione” di successo: il cioccolato al latte
Oggi vi racconto di una trovata a dir poco geniale, quella che ha portato alla crezione di un “nuovo tipo” di cioccolato, il cioccolato al latte.
A idearlo fu un artigiano del Cantone di Vaud, in Svizzera, tale Daniel Peter, la cui vita è l’emblema del “saper arrangiarsi sfruttando il proprio ingegno”.
Strano che non ne abbiano ancora fatto un film, in effeti.
Nella sua lunga vita, iniziata nel 1836, fu insegnante di latino, impiegato di un grossista, rilevò poi un’attività da una benestante vedova che lo aveva in simpatia: si trattava di una fabbrica di candele. Purtroppo l’epoca era sbagliata: chi più cercava candele, ora che l’illuminazione iniziava ovunque ad essere a gas? Così lasciò la sua quota di azienda al fratello, che era il suo socio in affari, e decise di buttarsi in un altro ambito, in quel momento in piena crescita: il cioccolato.
E lì rimase fino alla fine.
Un altro volto storico del cioccolato
The Frys
Dal 1700, in quel di Bristol, fu attiva una famiglia quacchera che, anche se molti di noi non lo sanno, ha lasciato una certa impronta sul nostro tempo.
Si dedicò a due attività (principalmente); la prima consisteva nella creazione dei caratteri mobili (le testine metalliche utilizzate nella stampa) e, nel 1774, uno dei numerosi esponenti della famiglia che ereditò l’attività stampò una Bibbia con un carattere di sua creazione, asserendo che mai ne fu stampata una più piccola.
Che dire… “Remarcable!”
continua a leggereIl centenario connubio nocciola-cacao
Tante buone e giustamente famose praline hanno come base la nocciola. Vi siete mai chiesti perché?
Le risposte sono più di una, come spesso succede con le domande intelligenti.
Certamente una prima risposta, ovvia, è che cacao e cioccolata, empiricamente, alla prova di assaggio cioè, stanno benissimo insieme.
Certo, un vero degustatore di “cacao monorigine” vi direbbe che non tutti i cacao hanno questa vocazione, alcuni magari preferirebbero un accostamento a frutta, o a sapori meno dominanti.
Io però vi parlo di un comune cacao, un “blend”, come si chiama una miscela di diversi cacao, senza grandi pretese di aromaticità specifiche, ma che trova comunque la sua dignità là dove viene correttamente lavorato e, infine, impiegato.
Il Codice Fiorentino, dove si racconta come una brava azteca prepara la cioccolata
Vi è mai capitato di sentir dire che il cacao era talmente raro e prezioso che veniva utilizzato come moneta di scambio presso le popolazioni che vivevano nell’antico Messico? E che solo i ricchi potevano permettersi di includerlo nella propria dieta?
Anche il modo in cui si preparava il “cibo degli dei” deriva dalla stessa fonte di informazioni, che è un preziosissimo e unico manoscritto, ora noto come “Codice Fiorentino”.
Se vi interessa l’argomento, di seguito ve ne parlo più estesamente!
Il vero titolo del codice è “Historia general de las cosas de Nueva España” ed è una preziosa testimonianza del momento di incontro (e ancora non scontro) tra la popolazione europea e quella nativa del centro America.
Si presenta diviso in due colonne, a sinistra in spagnolo e a destra nella lingua indigena (nahuatl) “alfabetizzata” in quanto era tradizionalmente rappresentata in “scrittura-pittura” e non scritta in modo alfabetico come siamo abituati noi.
Curiosità: le bellissime illustrazioni che accompagnano i testi sono, di fatto, un adattamento di questa “scrittura-pittura” che serviva laddove le parole non erano sufficienti.
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